Scheda di approfondimento


Tra passato e futuro.
Le Ville Gentilizie e il Bosco delle Querce
dagli antichi viaggiatori al grande pubblico di EXPO

 
SCHEDA DI APPROFONDIMENTO
 
Villa Cusani Tittoni Traversi – Desio
Villa Visconti Borromeo Litta -  Lainate

Pochi stranieri amarono il nord d’Italia quanto Stendhal. Lo scrittore parigino si innamorò perdutamente di Milano nel 1800, definendola la più bella città del mondo. Ancora oggi al Teatro alla Scala di Milano si può ammirare il busto di Stendhal con la sua iscrizione ‘Henry Beyle dit Stendhal qui amait se dire milanese’. Perfino in punto di morte volle che il suo epitaffio, rigorosamente in italiano, portasse la scritta ‘Arrigo Beyle – Milanese – scrisse – amò – visse’.
Proprio come il moderno visitatore di EXPO, Stendhal partì dalla città milanese per scoprirne i dintorni. Dei suoi viaggi brianzoli lasciò ‘Voyage en la Brianza’, un prezioso diario di vivaci impressioni di luoghi e persone all’interno del quale è presente un dramma giocoso del 1816 rimasto incompiuto dal titolo ‘Il forestiero in Italia’, ambientato a Desio e precisamente a Villa Tittoni. A due passi da Milano rimase colpito anche dalla straordinarietà del Ninfeo di Villa Visconti Borromeo Litta a Lainate. In visita in queste zone afferma quanto il giardino dell’allora proprietario Duca Litta “mi è piaciuto”, ma attenzione ai giocosi scherzi del Ninfeo: “Posando il piede sul primo gradino di una certa scala, sei getti d'acqua mi sono schizzati tra le gambe".
 
Villa Arconati - Bollate
Grandissimo ammiratore della cultura classica e della rinascenza tosco-romana, Galeazzo Arconati fu un grande estimatore di Leonardo da Vinci del quale, nella villa di Castellazzo di Bollate, acquistò dagli eredi di Pompeo Leoni il codice atlantico di Leonardo da Vinci, donato nel 1637 alla Biblioteca Ambrosiana dove ancora oggi si può ammirare. Grazie ai disegni di Leonardo, Galeazzo riuscì a costruire nei giardini della villa dei complessi sistemi idraulici che diedero vita a bellissimi giochi d’acqua. Il suo discendente Giuseppe Antonio Arconati, mentre iniziava i lavori per fare della villa una piccola Versailles, non si risparmiò dall’essere mecenate di un grande talento artistico: Carlo Goldoni. Il padre della commedia italiana fu ospitato nell’estate del 1750 nella villa di Castellazzo e non trovò mai in Milano un ammiratore e protettore più entusiasta di Giuseppe Antonio Arconati, tanto da dedicargli la sua commedia la ‘Putta onorata’. Del suo soggiorno a Villa Arconati Carlo Goldoni scrisse: “Se io dovessi descrivere le bellezze del Castellazzo cose avrei a scrivere degne di meraviglia”.
 
Villa Crivelli Pusterla - Limbiate
Intorno a Villa Crivelli Pusterla aleggia un vero intrigo sforzesco. Si narra che nel ‘300 Margherita Visconti, insidiata dalle indiscrete attenzioni del cugino Luchino, riuscì a respingere le avances non gradite con l'aiuto di Francesco Pusterla, il quale pagò con la vita questo affronto. La leggenda, che nasconde sotto la patina romanzata gli intrighi politici della Milano viscontea, fu raccontata nel 1838 dallo scrittore Cesare Cantù, che scelse proprio Villa Pusterla come teatro del suo romanzo storico. Napoleone la trovò tanto bella da preferirla alla Reggia di Monza: vi insediò il suo quartier generale e volle celebrare il matrimonio delle due sorelle Elisa e Paolina nell’oratorio di San Francesco attiguo alla villa. Il complesso architettonico, divenuto proprietà provinciale nell’ultimo quarto dell’Ottocento, divenne uno degli Ospedali Psichiatrici più importanti d’Europa con migliaia di malati e centinaia di infermieri. Qui fu ospitato Benito Albino Dalser, il figlio segreto di Mussolini, che vi si spense nel 1942.
 
Palazzo Arese Borromeo - Cesano Maderno
Bartolomeo III Arese, che era solito farsi chiamare il ‘Dio in terra’, era un uomo di spicco del Seicento e all’epoca denaro e potere necessitavano di un’attenta iconografia che comunicasse l’autorità raggiunta dalla propria casata. Per questa ragione chiamò a sé gli artisti più importanti del Seicento lombardo come Ercole Procaccini il Giovane, i fratelli Montalto, Antonio Busca, Giovanni Ghisolfi, Giuseppe Nuvolone e Federico Bianchi. Questi pittori contribuirono alla creazione dei monumenti più importanti del Seicento dell’Italia settentrionale, come la Certosa di Pavia e il Sacro Monte di Varallo, e furono fondamentali nell’aiutare Bartolomeo III nella realizzazione del suo complesso programma iconografico. Per recuperare parte di questa grande storia è stato intrapreso di recente un importante processo di restauro nell'ambito del progetto Distretti Culturali Evoluti finanziato da Fondazione Cariplo, che ha permesso l’apertura delle ex scuderie del Palazzo nel mese di maggio di quest’anno.
 
Bosco delle Querce – Seveso e Meda
La storia del Parco naturale ‘Bosco delle Querce’ di Seveso e Meda è la storia di una rinascita: sorge infatti su una superficie di 42.7 km² nella zona più inquinata dalla diossina dopo l’incidente avvenuto nel 1976 alla fabbrica farmaceutica ICMESA di Meda.
Nel 1984, anno in cui terminarono i lavori di bonifica, restava in piedi solo un grande pioppo, che divenne il simbolo della vita che resisteva a dispetto di tutto e voleva ricominciare; poco meno di quindici anni dopo, il Bosco contava oltre 45 mila piante, tra specie arboree e arbustive. Oggi tra gli arbusti prevalgono il Biancospino, la Rosa canina, il Ligustro, il Nocciolo, il Sambuco e l’Agrifoglio.
Ogni anno passano dal Bosco delle Querce oltre 70 specie di uccelli, di cui circa 40 nidificanti, come merli, tordi, fringuelli, scriccioli, cinciallegre, picchi, pettirossi, allocchi, sparvieri, gallinelle e germani. I mammiferi, i rettili e gli anfibi hanno popolato il Bosco più lentamente e tuttora il loro numero non è elevato, anche per le limitate possibilità di spostamento. Con il tempo si sono insediate volpi, libellule, talpe e conigli, ramarri e rospi, ricci e raganelle, fagiani e pipistrelli. Di notte si possono ascoltare la civetta, il gufo e l’allocco, importanti per tenere sotto controllo il numero di roditori. E se si è fortunati si possono vedere lo sparviero, implacabile nemico dei piccoli uccelli del bosco; il picchio verde, elegante nel volo veloce e ondulato; e la ghiandaia, grande, colorata e chiassosa.

Per accedere ai testi della cartella stampa in digitale: http://we.tl/agy3HYUj3l
Per le immagini: http://we.tl/gKIG94t1ly
Per ulteriori informazioni: www.villegentilizielombarde.org
 
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